MANIFESTO
Pubblicato sulla rivista NIGHT ITALIA n. 9 “AnarChic” il
19 giugno 2015
1.
SHE LIVES cancella con un tratto di penna l’aggettivo contemporanea che
stancamente, meccanicamente viene accostato al sostantivo musica.
La contemporaneità non è e non può essere una delle tante possibili
declinazioni del linguaggio musicale, ma è, al contrario, la condizione in cui
viviamo il tempo presente. Ed è quindi, inevitabilmente, il punto di vista
privilegiato dal quale si guarda il paesaggio sonoro: passato, presente e
futuro.
2.
SHE LIVES accoglie nel proprio territorio tutte le musiche e
tutti i musicisti che si conquistano con la ricerca e la passione il diritto di
appartenere all’universo della contemporaneità.
3.
SHE LIVES cerca di oltrepassare il perimetro accademico
della cosiddetta musica classica contemporanea: apre quindi gli
occhi sugli autori e sulle opere “non familiari” che sfuggono ai canoni
convenzionali del linguaggio contemporaneo.
4.
SHE LIVES predilige dunque le autrici e gli autori che
rientrano nella schiera degli imperdonabili, dei musicisti cioè per i quali la
scrittura musicale è una necessità assoluta, un canto di emergenza del
pensiero (Paul Celan) e non uno strumento di auto affermazione
soggettiva.
5.
SHE LIVES non vuole costituirsi come l’ennesimo ghetto entro
cui confinare la musica del nostro tempo. Intende essere, al contrario, un
laboratorio di idee, di progetti, di programmi attraverso i quali stringere
rapporti di complicità attiva con le maggiori istituzioni musicali italiane ed
europee. I festival specializzati e le rassegne di settore non possono essere
il luogo privilegiato per la diffusione della musica nuova. Essa deve al
contrario entrare attraverso la porta principale nella programmazione dei
teatri, delle sale da concerto e delle associazioni musicali: con la stessa
identica dignità del repertorio comunemente definito “classico”.
6.
Per questo SHE LIVES coltiva accanitamente tutte le
risonanze possibili tra il suono contemporaneo e gli oggetti sonori prodotti
dalla storia.
7.
SHE LIVES ritiene che nel dominio della contemporaneità
rientrino tutte le musiche che interpretano autenticamente il tempo presente,
senza distinzione di genere e di appartenenza. In questo modo viene superata,
nella prassi, la vetusta endiadi che distingue tra musica colta e musica
popolare, tra musica d’arte e musica d’uso. SHE LIVES accoglie tutte le
relazioni che, nel segno della complessità e dell’originalità, legano la musica
“vivente” alle altre manifestazioni espressive (teatro, poesia, prosa, balletto,
arti visive, ecc.).
8.
SHE LIVES ha imparato dalla storia che la musica, in ogni
tempo, viene generata dallo spazio, luogo, che le appartiene, una simbiosi che
non dovrebbe mai essere spezzata. La ricerca dei luoghi e degli spazi deve
essere dunque tanto attenta e raffinata quanto la scelta degli autori e delle
loro opere.
9.
SHE LIVES accoglie naturalmente nel proprio territorio tutti
gli strumentisti che si dedicano allo studio del repertorio contemporaneo con
la stessa cura rivolta a quello classico, e che sfuggano da pedisseque e
standardizzanti prassi esecutive che spesso caratterizzano la resa della musica
del nostro tempo.
10.
Le musiche nate sotto il segno della privazione della
libertà sono il frutto di un conflitto apparentemente insanabile, quello tra il
rigore, la costanza, l’autodisciplina, e la condizione tragica della cattività.
Esse diventano dunque, al tempo stesso, una scuola e una forma di salvezza, le
stesse stimmate che sono scritte anche oggi sul corpo del suono contemporaneo. Per
questo motivo avranno sempre un posto tra le “altre” musiche. In rappresentanza
di queste opere SHE LIVES sceglie di dedicarsi con particolare attenzione al
repertorio della SHOAH.
11.
SHE LIVES non accoglie ecumenicamente nei propri progetti
tutte le musiche del nostro tempo. Al contrario gli autori devono entrare in
risonanza profonda con le sue convinzioni. Questi i criteri ai quali SHE LIVES
intende ispirarsi nella scelta delle opere da inserire nella propria
programmazione: